SPIRITUALITA': il segno indelebile di Padre Luigi
Era l'estate del 1992 a Medjugorie, a
pochi metri dalla casa della veggente Maria Pavlovic, c'era una massa
di pellegrini enorme fra cui due gruppi: uno italiano e uno
americano. All'improvviso una donna esce dal gruppo statunitense e,
indicando con la mano, a voce alta, la figura di Padre Luigi esclama:
“San Francisco, San Francisco!”. Questo ricordo ancora vivido
risale a 30 anni fa. Citiamo questo aneddotto perché calza a
pennello con l'immagine che la stragrande maggioranza di noi ha e ha
sempre avuto e conserva di Padre Luigi, partendo da quello che
esprimeva l'aspetto fisico, la gestualità e la profondità della sua
anima che traspariva anche all'esterno, tanto somigliante al serafico
Padre San Francesco. Sono passati 25 anni dalla scomparsa del frate
di Calisese (26 novembre 1997) e la sua memoria è ancora molto
presente nel cuore e nella mente della persone. Una riprova sono le
numerose richieste che ci arrivano per conoscere il luogo dove egli
riposa ed eventualmente potere andare e raccogliersi in preghiera per
chiedere un aiuto per sé e per la propria famiglia. Un quarto di
secolo non ha scalfito per nulla l'affetto e la riconoscenza che gli
imolesi hanno sempre nutrito per il loro Padre Spirituale fin da
quando era in vita. In questi 18 anni di esistenza dell'associazione
Figli Spirituali e Amici di Padre Luigi, la sua associazione, sono
state realizzate molte cose, a volte non senza difficoltà e non è
certo questa la sede per fare un bilancio. Abbiamo tuttavia
riscontrato e continuiamo a riscontrare quanto il nostro Padre
Spirituale sia riuscito a penetrare negli ambienti anche più
refrattari alla fede cattolica. Sappiamo che Imola per storia e
tradizione ha sempre avuto una tendenza anticlericale e per certi
aspetti anticristiana. Ma il carisma, la forza della fede, la grande
spiritualità di cui è stato portatore Padre Luigi ha lasciato un
segno indelebile anche in questi ambienti. E' molto facile giocare in
casa, più difficile invece è essere accolti e accettati altrove.
Qui sta il Carisma di San Francesco e qui abbiamo riscontrato quanto
Padre Luigi lo esprimesse in modo compiuto. Basti ricordarlo quando
Cappellano dell'Ospedale Civile Santa Maria della Scaletta entrava
nelle camere in cui erano presenti anticlericali e miscredenti e
accettava ugualmente offese ed epiteti e anche di essere scacciato.
Non si tirava mai indietro e spesso, da questi episodi, nascevano
grandi conversioni. Padre Luigi era solito dire “Io vado dove mi
chiamano” e accolgo chi mi cerca perché Gesù non ha mai mandato
indietro nessuno. Sappiamo quanto lui, nell'ultimo periodo della sua
vita, e quanto tempo ha dedicato da Rettore del Santuario della Beata
Vergine delle Grazie, nell'accoglienza dei penitenti e di tutte le
persone che avevano bisogno di una confessione, di una parola di
conforto o di una “robusta” preghiera per qualcuno che chiedeva
una grazia particolare alla Madonna. Siamo gratificati e contenti di
essere qui ancora a parlare di Lui e siamo certi che di Lui si
parlerà ancora per molto tempo e siamo in perfetta armonia con
l'Ordine dei Frati Minori e la Diocesi di Imola.
Francesco Grandi - Mirko Melandri - (Associazione Figli Spirituali e Amici di Padre Luigi)
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