L'EXCURSUS: Imola, ieri, oggi e domani
Nel passato c'era molta più amicizia. I punti di riferimento erano Pompilio che vendeva dalle brustulle, ai canditi, fino al castagnaccio. Poi come non citare Sasso col suo carretto in cui trasportava i gelati e ancora Mariù, sotto i portici, con leccornie prelibate che erano motivo di attrazione. E che dire di Zizì, un personaggio che vendeva dalle bambole agli orologi e se un prodotto non funzionava ne dava una in cambio. Il suo quartier generale era sotto l'orologio. Poi i festeggiamenti per le vittorie ai Mondiali si facevano coi caroselli in viale Dante. Ora per dire i marocchini festeggiano in stazione.
Oggigiorno mancano panchine e fontane
in piazza Matteotti e Medaglie d'Oro, a volte al mercato non sono
presenti tutte le bancarelle, si trovano escrementi di cane e puzza
di piscio in lungo e in largo, alcune persone disadattate occupano
certi spazi disinteressandosi di lasciare pulito. C'è stata poi una
persona che ha dormito per tanto tempo in stazione mentre, una volta,
era il “marinaio” alle Cupole. Per non tacere delle persone
“disturbate” che sono di più di quello che si pensi. Ma se non
sono in carico alla psichiatria sono libere di vagare e buona grazia
che non
facciano danni a sé e agli altri. I giovani, i bambini sono
sempre attaccati al cellulare e si estraniano dalla realtà. Ma
sembra che proprio siano i genitori che non se ne vogliano occuppare.
I meno giovani seguono la moda del momento. Vanno Elio's, Porteno e
speriamo abbia tanta fortuna Cooba, gestito tra l'altro dal campione
olimpionico di lotta greco-romana a Pechino nel 2008 che risponde al
nome di Andrea Minguzzi.
Emilio Padovani che ha preso parte alla stesura del pezzo |
Cosa c'è da aspettarci dai prossimi anni? Eh, bella domanda. Del doman non v'è certezza, parafrasando un verso della Canzona di Bacco, composta da Lorenzo Il Magnifico, in occasione del Carnevale del 1490. A mio avviso ci sarà sempre meno comunicazione verbale e la tecnologia, dalla domotica ad altre forme, la farà da padrone. Poi mi fermo perché, per fortuna, non ho la sfera di cristallo.
Rino Tricina
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