IN PISTA CON L'INTERVISTA: Giada Rossi, mondiale e bronzo olimpico paralimpico: "Un tuffo poteva rovinarmi e invece ne sono uscita bene"

Giada Rossi
Giada Rossi è nata a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone ma è cresciuta a Zoppola, un piccolo paese nella provincia di Pordenone. Milita per lo Sport & Vita, società di Davide Scazzieri. Il suo palmares non mente: campione mondiale e bronzo olimpico di tennis tavolo paralimpico.

Giada Rossi, come mai è paralimpica?

“Ho avuto un incidente nel 2008 all'età di 14 anni, un tuffo in piscina. Era un sabato a mezzogiorno e stavo festeggiando una convocazione nella squadra regionale di pallavolo perché ero palleggiatrice e l'anno dell'incidente facevo cinque allenamenti a settimana e giocavo tre campionati. La chiamata era una grande soddisfazione perché avrei partecipato al Trofeo delle Regioni. Era il 2 agosto. Ero con i miei genitori e mio fratello e infatti mio papà e mia mamma mi hanno portato fuori. Ho fatto un tuffo come tante volte, non ho sbattuto la testa, l'impatto con l'acqua mi ha provocato l'esplosione della sesta cervicale e la tetraplegia. E' iniziato un periodo di 11 mesi di ricovero ospedeliero in cui ho ricominciato a riappriopriarmi della mia vita. Sono stata operata e portata con l'elicottero a Udine. E ho iniziato il percorso riabilitativo al primo anno delle superiori. Il preside di allora ha aperto un progetto in ospedale e, dopo le dimissioni, ho riniziato a frequentare regolarmente le lezioni”.

Come si è avvicinata allo sport?

“Allo sport mi ci sono poi riavvicinata nel 2012, dopo quattro anni, grazie alla mia insegnante di educazione fisica che avevo al liceo socio psico pedagocico che non solo mi ha riportata per la prima volta in palestra perché non frequentavo ma facevo recupero di altre ore. Poi dalla quarta superiore la Marinella Ambrosio che era presidentessa del Comitato Italiano Paralimpico del Friuli. Mi ha riportato in palestra a fare attività coi miei compagni e fatto conoscere l'attività del tennis tavolo. Quindi mi ha detto perché non vieni a provare e una sera con i miei genitori ho preso in mano la racchetta e a fasciarmi. Fin da subito ho disputato i campionati italiani a Lignano Sabbiadoro dove ho conosciuto Alessandro Arcieri il direttore tecnico della nazionale che mi ha invitato a provare a livelli alti. Era il 2012 e ho visto Michela Brunelli con cui condivido numerose medaglie tra cui l'oro ai mondiali di Grenada e il bronzo alle Paralimpiadi a Tokyo. L'ho vista che si stava preparando Londra e mi si è aperto un mondo e ho rivisto lo sport per come lo conoscevo”.

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