MONTECATONE: il golf come strumento di riablitazione
«Questa disciplina – spiega Paolo Martinelli, infermiere della Terapia Occupazionale dedicato alle attività sportive dell’istituto – soddisfa parecchi requisiti perché si svolge all’aria aperta e impegna i pazienti in trasferimenti fuori dalla loro routine. Inoltre, ingaggia diversi muscoli: addominali, dorsali e gran pettorale».
«Siamo fieri di poter annoverare fra le nostre attività di valore sociale questa collaborazione con il rinomato centro di Montecatone – ha detto Ivano Serrantoni, Presidente del GC – che si aggiunge agli altri progetti di inclusione e diffusione del golf che abbiamo attivato: un progetto a favore di bambini autistici attualmente in corso e la collaborazione con la LILT. che quest’anno celebra il centenario della sua fondazione».Del golf è entusiasta Lara, 51 anni,
bresciana di origine ma trentina d’adozione, paziente di
Montecatone. Tetraplegica incompleta a causa di un incidente stradale
avvenuto alcuni anni fa, è elettrizzata da un ritrovato approccio
alla vita che, si confida, non cambierebbe «mai» con quello di un
tempo. «Stare sul green, al di là del piacere intrinseco che ho
scoperto di provare praticando questo sport – dice – mi permette,
divertendomi, di misurarmi con stabilità e controllo dei miei arti
superiori, più in generale del mio corpo. Colpire quella pallina è
l’equivalente di dare una sonora mazzata a pensieri e
preoccupazioni».
Lara si è misurata con un “ferro 6” opportunamente modificato messole a disposizione dal personale di Le Fonti: «Deambulo senza problemi – spiega ancora – il mio limite principale è nell’utilizzo di braccia e mani. Grazie alle cure e alle attenzioni che mi riservano sempre a Montecatone, la mia seconda casa, la mia comfort zone, sono riuscita a superare dei limiti che credevo, solo qualche anno fa, invalicabili».
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