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lunedì 1 agosto 2022

IN PISTA CON L'INTERVISTA: Football Americano, Diego Rinaldi da Imola alla nazionale: "Ai Ravens devo tanto e ora mi gioco le mie carte in azzurro"

Diego Rinaldi
Venticinque anni fa quando nacque Diego Rinaldi (precisamente l'11 febbraio 1997) chi l'avrebbe ,mai detto che sarebbe diventato una stella del firmamento del football americano a livello nazionale. E invece il ragazzo, nativo di Novafeltria, nel riminese, paese famoso per il tartufo, è diventato pure lui rinomato per la sua carriera in questo sport di origine americano dopo un passato acquatico nella pallanuoto.

Diego Rinaldi, parli dell'attualità: l'esperienza in nazionale.

“Mi sto giocando un posto nella nazionale italiana nel ruolo di middle linebacker. Ho partecipato a due fine settimana di raduni dove mi sono allenato confrontandomi con i migliori atleti italiani. Il processo ancora non è compiuto. Infatti sono in progamma altre selezioni in settembre nell'ottica della scelta della rosa che sfiderà la Gran Bretagna per la qualificazione agli europei di cui siamo i detentori del titolo”-

Cosa si impara?

“Potersi allenare a questi livelli è un'esperienza incredibile e la possibilità di rappresentare la propria nazione in competizioni internazionali è un sogno che si sta realizzando. La strada è tortuosa e bisogna essere i migliori per riuscirci. Ma è anche questo il bello: alzare sempre più in alto l'asticella”.

E' già stato convocato? Come sta andando?

“Si tratta della prima volta che vengo convocato alle selezioni. Ora devo conquistarmi il posto. Mi impegnerò al massimo come ho sempre fatto. Penso di poter avere le carte per giocarmela ma la qualità è davvero alta”.

Come sta andando la sua carriera?

“Ho vinto il titolo nazionale con i Guelfi Firenze, squadra in cui milito da due anni, in prestito dai Ravens Imola. E' stato il mio anno migliore però non l'apice. Dopo il ruolo da comprimario dello scorso anno, dovuto alla mia poca esperienza, gli allenatori mi hanno assegnato un ruolo di primaria importanza all'interno della squadra, nominandomi capitano in diverse partite”.

Dove ha iniziato?

“Ho iniziato a giocare a football americano ai Warriors Bologna, in Seconda divisione, nel 2016, dopo essermi traferito nel capoluogo per studiare. Dopo un anno mi sono fermato per concentrarmi sulla carriera accademica, ma sono tornato presto sui miei passi andando a giocare per la stagione 2019 ai Ravens Imola”.

Cosa le ha dato l'esperienza ai Ravens?

“A Imola mi sono davvero trovato tanto bene. Mi è tornata la voglia di competere, di allenarmi e di raggiungere i risultati che, passo dopo passo, sto raggiungendo. Devo tanto alla società imolese e tantissimo ai miei compagni”.

Quali sono le sue caratteristiche da giocatore?

“Mi considero un giocatore intelligente, mi piace il gioco e voglio comprendere tutti i meccanismi possibili. Amo studiare gli avversari e arrivo alle partite sempre preparato. Un bravo giocatore deve saper “improvvisare” ma è meglio avere un piano e svolgerlo perfettamente. E' così che abbiamo vinto lo scudetto. Curo anche la parte atletica, potenza e velocità sono la chiave per il mio ruolo. Più si è completi mentalmente e fisicamente più il livello di gioco si alza”.

Perché ha scelto il football americano?

“Ho iniziato a giocare a football americano dopo un'esperienza di studio negli Stati Uniti dove mi sono appassionato a questo sport iniziando ad apprendere tutte le varie sfaccettature”.

Ha provato altri sport?

“Ho giocato a pallanuoto per 13 anni vincendo per due volte il campionato di serie D e ho collezionato qualche presenza in serie C. Anche adesso a volte mi alleno e gioco con la squadra del mio paese natale”.

Chi sono le persone che vuole ringraziare?

“Vorrei iniziare ringraziando tutti i compagni che hanno giocato con me nel 2019 e nei primi tempi del campionato 2020, poi interrotto per Covid. Grazie alla società che mi ha sempre dato la possibilità di esprimermi in palcoscenici di un certo livello. Una parola anche al precendente coaching staff, soprattutto ai coach Marco Masi, Klide Biavati e Giacomo Casamassima, che mi hanno aiutato davvero tantissimo. Devo a loro e alla società se ho la possibilità di giocare al più alto livello in Italia”

Vuole fare un appello?

“Vorrei fare un appello a tutti i ragazzi che hanno voglia di provare qualcosa di nuovo. Andate al campo e chiedete di provare. Il football è molto inclusivo, tutte le categorie di peso servono, chissà che non vi innamorate dello sport come ho fatto io. Alle mamme dico di non preoccuparsi. A vostro figlio non succederà nulla, lo sport è tosto, ma assolutamente non pericoloso come viene descritto nell'immaginario comune”.

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