ASCOLTIAMO DON DOLINDO

Don Dolindo Ruotolo
Eppure l’uomo che dovrebbe adorare, è sempre pronto alla smentita, e presenta i casi più spietati di povertà e di miseria, per mostrare, nella migliore ipotesi, che certe creature sono abbandonate quasi a un destino crudele, o che il Signore non le cura. Ci sono famiglie che languono, infermi che gemono, innocenti che sono angariati; ci sono situazioni che appaiono spietate, e che rendono quasi un’ironia la vita, come hanno osato bestemmiare tanti poveri osservatori superficiali.

Osiamo anche noi fare nostra la frase incongruente dei piagnoni di ogni sventura umana, e diciamo che queste situazioni penose della vita sono davvero un’ironia, ma lo sono perché nascondono segreti di maggiore amore. Quando entriamo nel campo dei dolori, entriamo in quello dei privilegiati, dei predestinati alla gloria, dei penitenti che riparano le loro rovine e tessono la loro corona; entriamo nella sala prenuziale dove si prepara il corredo, nella miniera dove si scavano i gioielli, nei filoni auriferi dove si estrae l’oro, nella terra invernale dove le sementi sono tutte nascoste dal gelo. Il campo dei dolori è proprio il campo dove più rifulge l’amore di Dio, dove questo amore si ammanta di severità quasi per celarsi, per effondersi, per donare, per arricchire. Ci basterebbe sapere che l’Infinito Amore ha il monopolio per così dire di queste miniere di amore, per chiudere gli occhi ed adorare, e per renderci, non già mormoratori impotenti e maligni, ma cooperatori dell’amore e servi dei privilegiati, con la carità.
Guarda un ospedale: quale luogo più autentico di dolore? Tutti sembrano carnefici, eppure tutti sono benefattori, e quello è un luogo benefico di cura. Guarda un combattimento: quale campo più reale di distruzioni? Eppure quello è avanzata di conquista. Guarda una scuola: tutti vi sembrano schiavi, asserviti ad una disciplina ferrea, eppure là si forma il loro prospero avvenire. Guarda una miniera: è brulla, sembra una caverna oscura, piena di detriti inutili, eppure là rifulgono le gemme più preziose. Tu vedi solo il coltello del chirurgo, e non le infinite precauzioni che prende perché l’infermo non lo risenta; vedi la strage del combattimento e non l’entusiasmo dello spirito eroico che lo muta in un’epopea; vedi la pena dello studio e non la soddisfazione del successo e il trionfo del diploma che ripaga ogni sacrificio; vedi l’oscurità della miniera, e non ne vedi allineati i brillanti magnifici.
(Padre Dolindo – Servo di Dio)

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