IN PISTA CON L'INTERVISTA: il sindaco di Castel del Rio Alberto Baldazzi: "I progetti sono legati al turismo"

Alberto Baldazzi
INTERVISTA AL SINDACO DI CASTEL DEL RIO

ALBERTO BALDAZZI

Cosa ne pensa del progetto della pista ciclabile? E' fiducioso?

“Premetto che Castel del Rio è il più piccolo Comune della Città Metropolitana di Bologna con 1210 residenti ma ha una storia millenaria come tante piccole realtà appenniniche e alcuni problemi legati alla demografia, al modesto numero di bimbi. La nostra prima elementare ha 11 bimbi. Ma il paese alidosiano ha anche delle caratteristiche di resilienza legate al fatto che le attività locali sono in buona salute, i flussi turistici appenninici, dopo l'epidemia Covid, sono aumentati e gli indicatori Istat della ricchezza locale evidenziano che non è più la realtà meno ricca del Circondario imolese avendo scalato due posizioni assestandosi all'ottavo posto per la prima volta nella sua storia. Castel del Rio dimostra una certa vitalità economica e un certo appeal turistico. La pista ciclabile è uno strumento, concordato con il Circondario, con Bologna e la regione, per favorire l'incoming turistico che deve essere ultimato nei tratti dell'alta Valle del Santerno, in particolare le pavimentazioni. Doveva essere gia appaltato ma l'ufficio Montagna del Circondario è in ritardo e speriamo che venga colmato presto. Intanto noi abbiamo appaltato il servizio di bike park per l'addestramento all'uso della bici da parte dei ragazzi che sarà pronto per la prossima stagione. Speriamo che per aprile sia ultimato, nella pista ciclabile che va da Mordano a Castel del Rio, il tratto più bello che va da Fontanelice a Castel del Rio con il capolinea che è il ponte Alidosi a schiena d'asino del 1499, monumento nazionale dal 1897”.

Castel del Rio la vede di nuovo sindaco. Che progetti ha per questi cinque anni?

“I progetti sono stati sintetizzati nel programma elettorale e sono legati al turismo, al consolidamento dell'agricoltura, in particolare i prodotti locali come il marrone Igp che sta attraversando un momento di grande interesse commerciale ma anche di difficoltà legate all'evoluzione infausta del meteo (global warming) e alla diffusione del parassita, la vespa cinese, che però, negli ultimi anni, ha fatto meno danni. I prodotti locali sono costituiti da un po' di frutta, soprattutto il marrone. É stato modificato il disciplinare che permette il confezionamento fino a mezzo chilo e l'utilizzo dei prodotti della trasformazione con il marchio Igp. Si tratta di una piccola conquista che ci permette di esportare il prodotto, sperando di averne, perché quest'anno la produzione è all'incirca del 25% rispetto alla produzione potenziale a causa della siccità agostana. Altri progetti sono legati al turismo ciclabile, alla valorizzazione dell'area fluviale e, tra poco, avvieremo la ristrutturazione dell'acciotolato della piazza attraverso un canale di finanziamento sostenuto dalla Regione. Abbiamo già avviato il cantiere della nuova scuola media che, ultimato, insieme agli altri edifici pubblici sarà in linea con le ultime normative sismiche”.

Tra economia e turismo come vede la Vallata del Santerno?

“La Vallata del Santerno ha delle grosse potenzialità ma, dopo la scomparsa della Comunità Montana, è stata trascurata. La Regione, negli ultimi 10 anni, ha trascurato l'Appennino. Con l'ultima Giunta c'è stata un'inversione di rotta, in particolare grazie alla sensibilità di Barbara Lori, la nuova assessora alla Montagna. I piccoli Comuni sono concentrati in montagna e, visto che tutti e quattro i Comuni sono sotto i 4mila abitanti, speriamo che queste nuove misure della Regione possano incentivare la localizzazione di nuove imprese e di nuove attività, dare spazio e fiato all'occupazione sostenendo la crescita demografica. Le speranze sono buone perché credo che le prossime sfide ambientali e legate all'occupazione e al vivere quotidiano, premieranno l'Appennino e noi siamo pronti a raccogliere questa sfida sapendo che dove c'è acqua, ben vivere, verde e paesaggio non possiamo che assistere a una prospettiva incrementale dell'economia locale”.

Che potenziale ha per il turismo il Museo della Guerra?

“Il Museo quest'anno sta andando molto bene come non mai. Abbiamo avuto moltissime comitive, sono ricominciate le gite scolastiche, i visitatori della domenica non sono mai stati così numerosi. Abbiamo esteso l'orario anche ai giorni feriali, dal lunedì al sabato di mattina, favorendo un incoming differenziato anche solo con sette-otto persone ogni mattina che incrementano il numero complessivo dei visitatori. Si tratta di un pezzo di storia locale, una grande operazione di lungimiranza dei miei predecessori. Senza tema di smentita il Museo della Guerra è il più ricco e conosciuto in Italia e, tra l'altro, siamo diventati un punto di riferimento per le Istituzioni perché promuoviamo quel fenomeno legato all'emersione delle armi della guerra che non possono essere detenute da privati. Il Museo favorisce il recupero e la rivalorizzazione in una chiave di perfetta sicurezza anche espositiva”.

Mirko Melandri

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