RIVOLTA GAYA: il punto
Ancora una volta gli integralisti
cattolici del Popolo della famiglia prendono parola per attaccare i
diritti di autodeterminazione di tutte e tutti noi. In un articolo
del 25/10 sul Resto del Carlino il Pdf di Imola e Medicina chiede
alla sindaca Sangiorgi di annullare la trascrizione sull’atto di
nascita di una bambina nata da una coppia lesbica.
Questo partito, in linea con quanto
sostiene anche la destra del nostro paese, vuole intromettersi nella
vita privata delle persone arrogandosi il potere di decidere come
debba essere o non essere una famiglia.
Cari politicanti reazionari e
antidemocratici, le famiglie esistono già e sono le più diverse. La
responsabilità politica, da destra a sinistra, a riconoscere i
diritti di queste famiglie è ciò che manca. La famiglia naturale
oggi da voi difesa è il luogo nel quale avvengono la maggior parte
delle violenze maschili contro le donne. Il movimento delle donne e
LGBTQ lavora affinché a tutti e a tutte venga riconosciuto il
diritto di vivere e di essere, come si è, senza discriminazioni e
senza violenza, in particolare quando si parla di bambini e bambine.
Le rivendicazioni retrograde di questi
movimenti sono in perfetta continuità con un panorama politico di
forte attacco ai diritti delle donne, anche nella nostra città.
Vediamo con grande preoccupazione queste dichiarazioni in linea con
la nascita di un Centro d’aiuto per la vita nel palazzo vescovile,
braccio operativo del Movimento per la vita, gli organizzatori del
Congresso Mondiale della famiglia a Verona il 30 marzo.
Pretendiamo che la politica non solo
smetta di dare legittimità a queste manifestazioni, ma che si
impegni anche a riempire i vuoti legislativi sul riconoscimento delle
nuove famiglie e dei genitori dei figli e delle figlie da loro nati o
adottati. Continuiamo a rivendicare i nostri diritti, affinché
questi reazionari nostalgici, dal Popolo della Famiglia fino al
Movimento per la vita, passando per la Lega e Fratelli d’Italia,
non abbiano più alcuna legittimità con le loro parole estremamente
violente, discriminatorie, sessiste e omofobe.
Rivolta Gaya e Spazia Libera
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