ASCOLTATE DON DOLINDO


"Spesso si trova chi fa questa stolta e irrispettosa difficoltà riguardo a Maria SS., e i protestanti ne sono purtroppo i corifei: “Se la Vergine è stata eletta da Dio a Madre del Verbo Umanato, e per questo è stata riempita di grazie, se in vita godeva della visione beatifica, che la rendeva impeccabile, quali sono i suoi meriti personali, che la rendono capace di una gloria superiore a quella di tutti gli Spiriti beati, e di una grandezza e bellezza superiore a tutto il creato?”.La risposta più sintetica e sublime alla difficoltà, l'ha data Maria SS., rivelandosi a Roma alle Tre Fontane, ed in Francia ad un'anima privilegiata: “Io sono colei che è nella SS. Trinità”.
Essa è perciò nei disegni infiniti di Dio, che sono in Lui tutti in atto e presenti, com'è tutta in atto la sua infinita natura e l'adorabile Trinità delle Persone.
Come per i previsti meriti del Redentore Essa fu immacolata, così per i previsti meriti della corrispondenza di Maria alla grazia, e per i previsti meriti della sua umiltà, e della sua obbedienza a Dio, Essa fu riempita di grazia, e per la prevista missione di Madre del Redentore e degli uomini Essa raccolse i tesori della Redenzione, diremmo, come un serbatoio raccoglie le acque di un fiume, per distribuirle alle terre riarse ed alle creature assetate.
Dio previde anche la libera dedizione di Maria a Lui nell'umiltà e nell'obbedienza, perché non la colmò di grazie senza il libero consenso di Lei, e la libertà dell'anima nell'operare il bene, è il fondamento del merito. Questo è tanto vero che, prima d'incarnarsi, il Verbo di Dio mandò l'Arcangelo S. Gabriele per domandarle il suo consenso. Quel consenso non fu strappato, diremmo, in forza di una imposizione, ma fu dato dopo un trepidante turbamento di Maria, e dopo un ragionamento che testimoniano della sua libera dedizione a Dio, tra l'esitazione dell'umiltà che non sapeva comprendere le lodi dell'Arcangelo, e la luce della manifesta Volontà divina, che la rese sublimemente obbediente, con libera ed umile volontà: Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola.
Questo atteggiamento di Maria fu un merito grandissimo, incomparabile, proprio per le ombre di umiltà che l'avvolsero e per la luminosità del mistero che le si annunziava e che esigette da Lei un pieno abbandono in Dio, una piena adorazione della Divina Volontà, una piena offerta non alla propria glorificazione, ma allo sviluppo in Lei del disegno di Dio, che aveva certamente misteriose prospettive di pene.
Per la Vergine purissima, che era già sposata a S. Giuseppe per volere divino, al quale si era sottoposta già con un fiat di pieno e meritevole abbandono in Dio, l'essere e apparire madre senza concorso di uomo, e dell'unico uomo al quale era sposata, era già una misteriosa prospettiva di angosciose pene, in un mondo carnale che era tanto lontano dal capire una concezione realizzata per virtù dello Spirito Santo. Essa, infatti, non ne parlò neppure a S. Giuseppe, che conosceva santissimo e purissimo, e si rimise completamente a Dio.
Chi oserebbe dire che questo non fu un merito grandissimo in Lei?
Dio previde i meriti del suo Figliolo Incarnato e, scegliendola come sua madre, la rese immacolata. Era logico che Dio scegliesse una Madre Immacolata al suo Verbo, generato ab aeterno nella purissima generazione del suo infinito intelletto. Dio la scelse e la elesse col disegno di non forzare la libertà di Lei; previde l'umiltà della sua creatura, previde il merito della sua incondizionata obbedienza e dedizione alla sua Volontà, e la riempì di grazie. La Volontà in Dio è l'Eterno Amore, è lo Spirito Santo, e poiché Maria con quel mirabile consenso di obbedienza, si donò alla Volontà Eterna di Dio, l'attrasse in Lei, e fu feconda del Verbo di Dio Umanato, per opera dello Spirito Santo.
È un mistero grandissimo, senza dubbio, ma porta la nota di tutti i misteri divini: la verità e la logica della verità". 

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