UNDER 21: La sfida di Vanni Pedrini alla Young Line
Vanni Pedrini |
La società biancoblu ritrova il
suo fondatore e si affida a lui per la creazione della
categoria under 21 nazionale, apice di un settore giovanile in piena
evoluzione.
Tutto ebbe inizio....
"Casualmente, nel 1999, quando i titolari della palestra
nella quale lavoro tuttora decisero di fare una squadra di calcio a 5. A 19
anni mi ritrovai a organizzare una squadra di cui ero anche giocatore. E'
passato tutto dalle mie mani, a partire dalla selezione del primo giocatore".
La piccola Cenerentola è diventata grande...
"L'ho cresciuta in puro stile Young Line, ovvero
circondandomi di amici che prendevano l'impegno sportivo e il lavoro con
serietà e costanza: uno stile slegato da interessi economici. L'inserimento del
settore giovanile ha reso necessario uno sviluppo della società, al fine di
creare le condizioni giuste per far giocare i ragazzi. Nel frattempo la prima
squadra, che allenavo, è stata promossa in C1: un grande risultato, raggiunto
mantenendo lo 'stile Young Line' delle origini. Tuttavia, per fare il salto di
qualità, era necessario strutturarsi".
E come un padre lascia andare i propri figli perché si
affranchino, così hai fatto tu l'anno scorso, pur continuando a vigilare,
silenziosamente. Quanto l'hai vista cambiare?
"Il presidente Donattini (in carica dal 2010, n.d.r.), mio
grande amico, ha fatto un lavoro straordinario, sia di immagine che di gestione
societaria. L'organigramma è diventato più complesso: nuovi collaboratori,
nuovi ruoli. Lo Start Five si è arricchito di ulteriori allenatori e categorie,
spianando la strada per quel Progetto Giovani che ho sempre sognato".
E che ti ha fatto dire sì...
"Ho deciso di dedicarmi completamente al Progetto Giovani,
prescindendo da ambizioni di categoria, perché lavorerò con persone che stimo e
che condividono con me l'obiettivo di far crescere i ragazzi. Cito Carobbi, la
grande novità di questa stagione, con cui collaboro da tempo per la
Federazione. Mi ripeto che non dobbiamo essere i migliori, ma essere migliori
per i ragazzi. Io potrò sperimentare nuovi metodi coi giovani, senza pensare
solo al risultato. Sarà un anno di studio e di test, per integrare la mia
preparazione di allenatore".
Un allenatore che viene da un anno passato nella MA GROUP,
in serie B...
"Sento di dover ringraziare la società e i ragazzi per questa
importante esperienza: per una stagione ho pensato solo a fare l'allenatore,
prima come vice di Dall'Olio, poi come primo. Raggiungere i playoff è stato un
grande traguardo".
Torniamo alla Young Line. Quest'anno nascerà l'Under 21: il
vero fiore all'occhiello del settore giovanile avrà te alla guida...
"E' una squadra che verrà creata da zero. Lo zoccolo duro
sarà costituito dal gruppo della Juniores che lo scorso anno ha giocato in
prima squadra. Ad esso saranno aggiunti 7-8 ragazzi provenienti dal calcio o da
altre società. Le selezioni sono durate ben due mesi, provinando 70-80 ragazzi.
Un grande successo, considerando che non abbiamo fatto alcuna pubblicità e che
ci siamo affidati solo al passaparola dei nostri giocatori. Ho visto un buon
livello generale, anche se a me non interessano tanto la base, quanto il
potenziale e la voglia di imparare. A fine agosto partiremo con gli
allenamenti, in attesa del campionato. Ho visto crescere la Young Line fin
dalle categorie amatoriali e pensare di portarla al campionato nazionale Under
21, con squadre blasonate come Kaos, Reggiana, Forlì e Imola, è un grandissimo
onore. Con me in quest'avventura ci saranno due grandi amici: Matteo Celati,
come viceallenatore, e Alessandro Caroli, dal prestigioso passato nelle
giovanili della Juve, nel ruolo di preparatore tecnico".
Sarai anche coordinatore tecnico del settore giovanile,
insieme a Carobbi, giusto?
"Il nostro compito sarà seguire lo sviluppo delle varie
categorie, cercando di far raggiungere a ciascun ragazzo i propri obiettivi di
crescita, con lo scopo finale di farlo giocare in prima squadra. L'under 21 è
l'apice del Progetto Giovani concordato sull'asse Ghirelli, Leone, Padovani,
Ricciardelli, Rinaldi, Carobbi".
Rarità in questo campo, tu sei sia un mister che un
preparatore atletico con la P maiuscola...
"Essere anche preparatore atletico ti permette di
interpretare le esercitazioni tecnico-tattiche anche dal punto di vista del
carico atletico. L'anno scorso ho seguito la prima squadra della Young Line
proprio in questa veste. Esercito in diversi sport, come il calcio, il basket
e, in particolare, la Fortitudo Baseball. Nel calcio a 5, tuttavia, mi sento
più mister che preparatore, prediligendo la componente tecnico-tattica a quella
puramente atletica. Ritengo che questo sport, fondendo alla perfezione gli
elementi tecnici e fisici del calcio con quelli decisionali e tattici del
basket, sia davvero unico".
Il mondo del calcio a 5 è complesso e talvolta spietato,
alla pari di qualunque altro sport: cosa non ti appartiene di esso?
"Le invidie, le trame, tutto quello che non è funzionale allo
sport e allo spirito di aggregazione. Tengo molto ai buoni rapporti con le
altre squadre e ai miei ragazzi cerco di insegnare il bello dello sport".
Risapute sono la tua umiltà, il tuo perfezionismo, il tuo
spirito di abnegazione: quando ti sentirai 'arrivato'?
"Mai. Cerco le mie soddisfazioni giorno per giorno, senza
pormi obiettivi irraggiungibili. Ecco, forse mi fermerò quando smetterò di
divertirmi in quello che faccio".
Attorno a te, la stima incredibile dei colleghi e degli
addetti ai lavori, nonché l'attaccamento quasi filiale dei ragazzi che hai
allenato: le favole esistono...
"Credo di essere una persona empatica e sensibile. Sono un
allenatore che usa la testa, ma senza il cuore non faccio nulla".
Stefania Avoni
Ufficio Stampa Young Line Ca5
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