La perfezione di
un’opera è concepita dalla sapienza, ma è realizzata dall’amore;
l’artista è fortemente appassionato dell’opera sua, alla quale
cerca dare tutto quello che può, per renderla degna del suo pensiero
e del suo ideale. Dio, nel creare, ha avuto un amore immenso verso
ciò che usciva dalle sue mani, e soprattutto verso gli esseri
intelligenti e liberi che potevano intenderlo e amarlo; l’amor suo
ha voluto, per così dire, cesellarli. Non si è contentato di
crearli, li ha resi perfettibili, e si può dire che continuamente li
lavora con la sua grazia, effusione di amore, che sostiene le forze
della creatura, le eleva, le trasforma e le rende capaci di produrre
frutti soprannaturali. Una pianta ha la forza germinativa che la fa
crescere, fiorire e fruttificare sempre allo stesso modo; un’anima
ha come forza germinativa la grazia dello Spirito Santo che la fa
crescere in perfezioni superiori che stupiscono per la loro bellezza.
Non potrà mai avvenire che da uno spino nasca un tulipano, ma può
avvenire ed avviene che da un virgulto naturale nasca un frutto
soprannaturale. La santità, quest’ammirabile insieme di perfezioni
e di bellezza, è un frutto superiore che nasce in un ramo di natura
inferiore, ed è lo Spirito Santo che opera questa meraviglia con la
sua intima operazione.
Non è facile formarsi un concetto della
divina arte che cesella un’anima e la santifica. È tutto un lavoro
delicatissimo che si svolge tra la libera volontà della creatura e
le potenze che ne sono istrumento; è l’utilizzazione di tutto
quello che forma la vita e l’ambiente della vita, è la cesellatura
fatta attraverso la tribolazione e il dolore, che spingono la libera
volontà verso Dio con la forza di chi cerca l’aria quando sta per
soffocare. La tribolazione, frutto complesso ed anch’esso
ammirabile delle nostre colpe e della nostra fragilità, forma
un’atmosfera assillante per la nostra natura, e spinge l’anima a
cercare più in alto il suo respiro. Lo Spirito Santo utilizza questi
momenti per far sentire il soffio del divino intorno all’anima, e
per farla sollevare in alto: l’aiuta a crescere là dove la spinge
la tribolazione, quasi come pianta che colpita dalla siccità, spinge
le sue radici là dove può trovare l’umore vivificante, o che,
assiderata dal freddo, tende verso la zona riscaldata dal sole.
Se
si potesse vedere come la grazia di Dio riempie i vuoti che si
formano in noi nei disinganni della vita! Se il disinganno nasce da
un errore, rifulge nell’anima la verità eterna e l’attrae in
alto; essa allora liberamente cerca quello che appaga il suo
intelletto. Se la delusione viene dal disinganno delle creature, si
presenta all’anima più luminoso l’oggetto infinito del suo
amore, ed essa sente una facilità a tendervi. Se un malanno tormenta
il corpo nel quale peregrina, lo Spirito Santo quasi
impercettibilmente diffonde in lei un profumo dell’eterna felicità
che le dà il sospiro verso il Cielo e la spinge a guadagnarselo con
le opere buone.
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mercoledì 13 ottobre 2021
ASCOLTIAMO DON DOLINDO
Quando si esamina al microscopio un
tessuto vegetale o animale si rimane stupiti di fronte a quella
fattura delicatissima, armonica, sapiente, che rivela l’infinita
Sapienza e l’infinito Amore che l’ha formata. Un piccolissimo
animale o una minuscola pianta sono una meraviglia visti attraverso
la lente, e la minuta cura che si scorge in ogni loro parte
intenerisce il cuore. La bontà di Dio che si rivela persino in una
fibra che oggi è e domani si dissolve, ci fa intendere quanta
dev’essere la sua bontà nel plasmare un’anima, e quali grandi
capolavori escono dalla sua sapientissima mano.
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