SPORT, Calcio: Amarcord di Ortodonico, i ricordi di Antonio Costa
Antonio Costa, deus ex machina
dell'Officine omonime, autorizzate Nissan, con sede a Imola in via
Primo Maggio, 60 si racconta dal punto di vista sportivo.
“E' stato Denis Dal Fiume che ha lo
studio dentistico in via Grandi a chiedermi di aggregarmi al gruppo
che Dino Zanoni aveva formato a Ortodico. Per tenermi in forma
iniziai ad allenarmi nel 1989. A dire il vero prima avevo miliato
sponsorizzata dalla Dival nel campionato Uisp ma i miei compagni
giocavano in maniera troppo dura e smisi di andarci. Quindi Dal Fiume
mi presentò a Dino perché fra loro si conoscevano dalle
frequentazioni in parrocchia”.
Nella storia dell'Ortodonico si
intrecciò anche Luigi, il babbo di Antonio Costa: “Era amico di
Denis e veniva ad allenarsi anche lui anche se aveva una certa età.
Serviva uno sponsor e mio padre, gestendo un'officina allora
autorizzata Lancia, si propose per dare una mano. Si legò molto con
Zanoni e con Pierangelo Raffini. Quest'ultimo che aveva un'azienda di
computer ci fornì il primo pc negli anni '80”.
Antonio Costa è il terzo accosciato da sinistra |
Costa in campo comandava la
retroguardia: “Ho iniziato in difesa come stopper e mi adattavo
anche al ruolo di terzino. Addirittura nell'ultima stagione fui
impiegato da centravanti a causa di carenza di punte”.
Di reti il co-titolare delle Officine
Costa era uno che la metteva anche dentro: “Realizzai un gol
bellissimo contro Casola Canina, il nostro avversario principale. In
seguito a un rimpallo proveniente dalla nostra difesa partii da metà
campo da solo, scartai il portiere e insaccai. Vincemmo col punteggio
di 2-1”.
Il difensore dell'Ortodonico spiega
qual era il punto di grandezza della squadra: “Eravamo un gruppo di
amici che si frequentavano anche fuori dal campo. Fu quella la nostra
forza e Dino era il collante”.
Salta fuori ancora un riferimento a
Dino Zanoni: “Aveva una grande passione e noi lo rispettavamo anche
per quello. Scriveva spesso quando c'erano delle notizie sul Nuovo
Diario Messaggero. Ora impartisce lezioni private nello studio in
viale Cappuccini e credo che la passione per l'insegnamento sia la
stessa che aveva per il calcio”.
Infine Antonio parla del presente: “Ho
seguito la figura di mio padre che pian piano mi ha ceduto il comando
insieme a mia sorella Virginia. Smesso col calcio ho corso a piedi
tra cui cinque Tre Monti. Ma lo sport principale è stato il wind
surf. Poi cinque anni fa ho subito un'operazione all'ernia al disco e
quindi un altro problema più piccolo”.
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