ANNIVERSARI: Ancilla Selvatici compie 100 anni
Ancilla Selvatici con l'assessore Claudio Frati |
La
signora Ancilla Selvatici ha festeggiato i 100 anni sabato 19 gennaio
scorso, fra l’abbraccio di parenti e amici, mentre a formularle gli
auguri a nome della città di Imola e consegnarle la medaglia dei
centenari è stato l’assessore Claudio Frati.
Nata
a Imola, in località Piratello, il 14 gennaio 1919, la signora
Ancilla Selvatici si è sempre divertita a ricordare di essere nata
lo stesso giorno, mese ed anno di Giulio Andreotti. Una concomitanza
che non è mai andata oltre al dato statistico.
La
sua era una famiglia di mezzadri e purtroppo a 10 anni è rimasta
orfana della madre ed essendo l’unica femmina fra i 5 figli, per
certi versi ha dovuto far da madre, insieme ad una zia, anche ai
quattro fratellini più piccoli, alternando questo impegno al lavoro
nei campi.
Poi
a 19 anni il matrimonio con Ernesto Ravanelli, con il trasferimento
nella casa della famiglia del marito, che conduceva un podere a
mezzadria a Toscanella. Ma alla fine del 1940 il marito partì in
guerra, per la Russia, da dove non sarebbe più tornato, lasciando la
giovanissima sposa con due bambine praticamente in fasce: Gianna di
poco più di un anno e Bianca Maria, che è nata pochi mesi dopo la
partenza del padre per la guerra.
Per
Ancilla Selvatici sono stati anni davvero duri, in cui oltre al lutto
per la morte del marito, ha dovuto lavorare duramente nei campi per
sopperire alla mancanza del marito, oltre che allevare le due figlie.
Nel
1959 il trasferimento ad Imola ed il nuovo lavoro di operaia in una
fornace. Una vita di duro lavoro, di grande amore per le figlie ma
anche di tanta solitudine non ha impedito ad Ancilla di dedicarsi
anche agli altri. Per tanti anni, fino al 2016, ha infatti
collaborato con il Circolo “Silvio Pellico” di Imola, cucendo e
ricamando ad uncinetto tovaglie, corredi e altro, che poi venivano
vendute e il ricavato devoluto in beneficenza.
“E’
sempre stata una donna dalla tempra molto forte, che non si è mai
lamentata del suo destino e dei tanti lutti che l’hanno colpita e
che ha aspettato tutta la vita il ritorno del marito. Riservata e
severa con se stessa, quanto generosa verso gli altri, ha sempre
voluto essere indipendente e non pesare su nessuno, neanche su di
noi, una volta che ci eravamo costruite una nostra famiglia”
raccontata la figlia Gianna Ravanelli.
Imola,
21 gennaio 2019 CAPO UFFICIO
STAMPA
(Dott. Vinicio Dall’Ara)
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