CULTURA: Fondazione Istituzioni Riunite, un volume sul complesso dell'Annunziata
Annunziata |
Il
desiderio di poter condividere con altri la scoperta di aspetti della
nostra città e di espressioni dell’arte del territorio non
conosciuti, ha stimolato la Fondazione Istituzioni Riunite di Imola
nel proporre – in collaborazione con l'Archivio e il Museo
diocesani di Imola – la realizzazione di un volume intitolato “Il
complesso dell’Annunziata di Imola dal XV al XXI secolo da
monastero di clausura alla Fondazione Istituzioni Riunite cappuccine,
orfane, educande e alunne”, che oltre a ripercorrere secoli di
storia, costituisce una testimonianza dello spirito di umanità che
caratterizza la nostra gente. Insieme al volume viene presentata la
mostra “Tesori dell'Annunziata da monastero di clausura alla
Fondazione Istituzioni Riunite cappuccine, orfane, educande e
alunne”, allestita nella chiesa dell'Annunziata, da tempo adibita a
spazio espositivo.
Dipanare
la vicenda sette volte secolare del complesso architettonico
dell’Annunziata di Imola significa in larga misura ripercorrere
ampi spazi temporali della storia ecclesiale cittadina in età
moderna e contemporanea. L’area ricompresa tra le attuali vie
Fratelli Bandiera, Caterina Sforza, Santa Apollonia e piazzale
Giovanni dalle Bande Nere, nel corso del tempo è stata oggetto di
poderosi interventi urbanistici, che ne hanno a più riprese
rimodulato il profilo, sino a giungere alla configurazione attuale.
Tutte le opere realizzate sono la trasposizione architettonica di
strategie, prospettive e decisioni fondate su potenti afflati
ecclesiali, civili e sociali, di cui la storia imolese è
singolarmente ricca. Così negli ultimi lustri del Cinquecento la
scelta di Faustina Macchirelli, vedova Carradori, di erigere un
monastero cappuccino, porta la nobildonna a impegnare il suo cospicuo
patrimonio personale per acquisire la proprietà delle plurime unità
catastali in cui era suddivisa l’area considerata, ristrutturando
gli immobili presenti ed erigendone altri ex novo, con una azione
edificatrice che prosegue anche dopo la sua morte nel 1601, con
interventi anche nel secolo XVIII. Il monastero prospera sino ai
primi anni dell’Ottocento, quando le soppressioni napoleoniche
sradicano la comunità monastica, che riprenderà vita unitamente a
quella delle clarisse nel vicino monastero di Santo Stefano. Segue
una breve presenza del seminario diocesano, approssimativamente tra
il 1807 ed il 1823, cui si sovrappone parzialmente l’erezione a
sede parrocchiale sussidiaria durante la dominazione napoleonica, il
complesso architettonico diviene sede del conservatorio delle Alunne
di San Giuseppe sino alle soglie del secolo XX, quando nuovi afflati
ideologici e politici lo tramutano in orfanotrofio femminile, cui si
affiancano un educandato, scuole interne, esterne e professionali.
Dal 1873 al 1902 tra le sue mura sorge e fiorisce la congregazione
religiosa femminile delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù sotto la
protezione di San Giuseppe. Negli ultimi decenni del secolo XX
diviene sede di istituzioni scolastiche statali e in seguito di altri
enti socialmente rilevanti del territorio imolese. Il susseguirsi di
una pluralità di enti ha indotto ripetuti interventi urbanistici,
per adattare la struttura del complesso architettonico alle mutate
esigenze degli enti che vi risiedono. Forse per l’ampiezza del
periodo da considerare, la complessità delle sue vicende e la
frammentazione delle fonti archivistiche il complesso dell’Annunziata
non è stato sinora oggetto di un’indagine complessiva, volta a
ricostruirne in modo articolato la storia plurisecolare, dopo l’agile
sintesi Il Conservatorio delle Donzelle nel convento della SS.
Annunziata a Imola, a cura di Monica Bietti e Giampiero Cammarota,
Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1985. L'opera si articola in tre
parti, facendo così rivivere le tre anime del palazzo: monastero,
orfanotrofio ed ente assistenziale. La prima, svolta da Andrea Ferri,
riguardante la storia delle istituzioni ecclesiali e civili legate al
complesso, limitatamente al periodo di loro residenza, è suddivisa
in quattro capitoli che ne ripercorrono diacronicamente le vicende.
La seconda parte, svolta da Mario Giberti, ricostruisce il formarsi e
l’evolversi del complesso architettonico. La terza parte suddivisa
in cinque capitoli, curata da Marco Violi e contenente due testi di
Giampiero Cammarota e Angelo Mazza, descrive le principali opere
d’arte pertinenti al complesso, ripercorrendone le vicende e le
collocazioni anche all’esterno di esso, oltre a fare il punto sul
vasto e variegato patrimonio artistico oggi nelle disponibilità
della Fondazione delle Istituzioni Riunite di Imola.
La
mostra ha il compito di far fruire al pubblico, ricollocati nella
loro sede originaria, una serie di materiali artistici delle
cappuccine, da tempo ospitati altrove.
Ad
esempio, il visitatore potrà così ammirare i tre altari
dell'Annunziata nuovamente completi delle rispettive pale, che per
l'occasione si è provveduto a restaurare completamente (insieme ad
alcuni altri arredi sacri sei-ottocenteschi). Saranno poi esposti,
per la prima volta, un gruppo di reliquiari delle cappuccine,
confluiti dopo le soppressioni napoleoniche nel monastero delle
clarisse, dal quale usciranno per ritornare nel luogo per il quale
furono realizzati tra la fine del Seicento e la prima metà del
secolo successivo.
In
mostra anche una piccola selezione di altri arredi sacri di proprietà
della Fondazione Istituzioni Riunite di Imola, depositati e
regolarmente esposti a Palazzo Tozzoni e nel Museo diocesano. In
questa occasione sarà poi fruibile anche un rarissimo documento in
prestito dal monastero delle clarisse di Imola.
Alla
conferenza stampa sarà inoltre illustrata la mission della neonata
Fondazione Istituzioni Riunite di Imola
L’INCONTRO
SI TERRA’ presso la sede della FONDAZIONE ISTITUZIONI RIUNITE DI
IMOLA via F.lli Bandiera 19 Imola il 30.11.2018 ore 12
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