MERCATO: Donato Greco dell'Imolese Calcio 1919: "Credo di avere la corsa, la fisicità e la decizione nei contrasti tipici di un difensore"
Donato Greco |
Imola,
21 agosto 2015 - C'è
chi cresce a piccoli passi e chi cresce correndo (e non solo
letteralmente). DONATO GRECO lascia la casa madre Young Line per
entrare con decisione nel mondo rossoblu. Classe '95, l'imolese sarà
investito da Matera e Carobbi del doppio ruolo di giocatore
della prima squadra e mister dei Giovanissimi. L'Imolese 1919 si
aggiudica con Greco un giovane molto interessante, da poter schierare
in campo in virtù dell'obbligo di compresenza di un '95, un '96 e un
'97 e da perfezionare come istruttore sotto l'egida di Carobbi.
Da neofita del calcio a 5 a giocatore di C1 in meno di un anno: se non è questo bruciare le tappe...
'Ho giocato a calcio per tanti anni, prima nella Stella Azzurra, poi nel Dozza: giovanili e alcune presenze in Promozione. Tre anni fa ho deciso di tentare la strada del calcio a 5, invitato da Carobbi: un anno di Juniores nella Young Line, la Rappresentativa, quindi la C1, nella prima squadra biancoblu. La formazione che ho avuto nel calcio a 11, sul piano atletico e mentale, mi ha permesso di crescere velocemente. Sul piano tecnico invece devo ancora lavorare parecchio, perchè qui tempo ed esperienza diretta sono fondamentali.'
Carobbi è il tuo mentore: qual è l'insegnamento più importante che ti ha dato?
'Devo ringraziare il mister se ho cominciato. Mi ha voluto con sè anche quest'anno e io l'ho seguito. E' un'autorità in questo sport, un allenatore che sa dire la cosa giusta al momento giusto e che non ha preferenze in campo: per lui vige la meritocrazia. Ama fare le cose al meglio ed io come lui: o si fanno bene o si lascia perdere. Di tutto quello che mi ha insegnato, c'è una frase che mi ripeto sempre: 'Le partite non sono finite sino a che rimane un secondo e fino a quel momento bisogna dare tutto'.'
Torniamo a te: in campo sei nelle retrovie.
'Mi sento un laterale difensivo. Credo di avere la corsa, la fisicità e la decisione nei contrasti tipica di un difensore. Mi piace aiutare i compagni in difficoltà, ma non ho la creatività di un finalizzatore. Il mio compagno di gioco ideale? Con Balducci mi sono trovato benissimo lo scorso anno.'
Sul piano umano ti descrivono come educato, disciplinato e generoso: perfetto per il gruppo.
'Ringrazio chi mi definisce così, ma sono anche un po' impulsivo, cosa che mi frega... Cerco di aver rispetto per i superiori e per i compagni, che considero tutti amici. In un gruppo è necessario andare nella stessa direzione, altrimenti si passa il tempo a litigare. Mi sembra una bella squadra quella attuale: giovani, chi più esperto, chi meno, ma tutti con la testa sulle spalle, come richiesto dal progetto.'
A soli 20 anni debutti sulla panchina dei Giovanissimi: una responsabilità importante.
'E' una sfida impegnativa, ma potrò contare su Carobbi e su una società seria come quella dell'Imolese. L'anno scorso ho collaborato con Rinaldi e Carobbi per le categorie Allievi e Juniores, mentre ora sono il mister. Mi piace trasmettere ai ragazzi quello che so e quello che sono: non solo i principi fondamentali del calcio a 5, ma il rispetto per i compagni e per gli avversari, la disciplina, la voglia di divertirsi e anche di vincere. Quando giochi, hai la responsabilità del tuo errore; quando alleni, hai la responsabilità degli errori di tutti, perchè la squadra è lo specchio dell'allenatore.'
Da neofita del calcio a 5 a giocatore di C1 in meno di un anno: se non è questo bruciare le tappe...
'Ho giocato a calcio per tanti anni, prima nella Stella Azzurra, poi nel Dozza: giovanili e alcune presenze in Promozione. Tre anni fa ho deciso di tentare la strada del calcio a 5, invitato da Carobbi: un anno di Juniores nella Young Line, la Rappresentativa, quindi la C1, nella prima squadra biancoblu. La formazione che ho avuto nel calcio a 11, sul piano atletico e mentale, mi ha permesso di crescere velocemente. Sul piano tecnico invece devo ancora lavorare parecchio, perchè qui tempo ed esperienza diretta sono fondamentali.'
Carobbi è il tuo mentore: qual è l'insegnamento più importante che ti ha dato?
'Devo ringraziare il mister se ho cominciato. Mi ha voluto con sè anche quest'anno e io l'ho seguito. E' un'autorità in questo sport, un allenatore che sa dire la cosa giusta al momento giusto e che non ha preferenze in campo: per lui vige la meritocrazia. Ama fare le cose al meglio ed io come lui: o si fanno bene o si lascia perdere. Di tutto quello che mi ha insegnato, c'è una frase che mi ripeto sempre: 'Le partite non sono finite sino a che rimane un secondo e fino a quel momento bisogna dare tutto'.'
Torniamo a te: in campo sei nelle retrovie.
'Mi sento un laterale difensivo. Credo di avere la corsa, la fisicità e la decisione nei contrasti tipica di un difensore. Mi piace aiutare i compagni in difficoltà, ma non ho la creatività di un finalizzatore. Il mio compagno di gioco ideale? Con Balducci mi sono trovato benissimo lo scorso anno.'
Sul piano umano ti descrivono come educato, disciplinato e generoso: perfetto per il gruppo.
'Ringrazio chi mi definisce così, ma sono anche un po' impulsivo, cosa che mi frega... Cerco di aver rispetto per i superiori e per i compagni, che considero tutti amici. In un gruppo è necessario andare nella stessa direzione, altrimenti si passa il tempo a litigare. Mi sembra una bella squadra quella attuale: giovani, chi più esperto, chi meno, ma tutti con la testa sulle spalle, come richiesto dal progetto.'
A soli 20 anni debutti sulla panchina dei Giovanissimi: una responsabilità importante.
'E' una sfida impegnativa, ma potrò contare su Carobbi e su una società seria come quella dell'Imolese. L'anno scorso ho collaborato con Rinaldi e Carobbi per le categorie Allievi e Juniores, mentre ora sono il mister. Mi piace trasmettere ai ragazzi quello che so e quello che sono: non solo i principi fondamentali del calcio a 5, ma il rispetto per i compagni e per gli avversari, la disciplina, la voglia di divertirsi e anche di vincere. Quando giochi, hai la responsabilità del tuo errore; quando alleni, hai la responsabilità degli errori di tutti, perchè la squadra è lo specchio dell'allenatore.'
Bravi
ragazzi crescono e insegnano.
Stefania Avoni
Ufficio Stampa Imolese Calcio 1919
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