Andrea Minguzzi con i bambini |
Andrea Minguzzi lo aveva detto, era stato chiaro e
determinato: dopo l’addio alla lotta agonistica dello scorso anno, con la
ciliegina sulla carriera dell’ennesimo titolo di campione italiano assoluto
nella categoria 98 chili, vinto a marzo ad Ostia, il suo futuro non avrebbe cessato di essere legato al
mondo della lotta, sport amato e che gli ha dato la massima soddisfazione
sportiva nell’oro delle Olimpiadi di Pechino2008.
“Il mio amore per la lotta non termina con la parola fine
data alla mia carriera agonistica. Credo di avere ancora tanto da poter dare a
questa disciplina di lunghissima tradizione che però oggi in Italia fatica ad
appassionare sportivi e pubblico. E credo anche nell’importanza della lotta
come disciplina sportiva completa che può contribuire allo sviluppo
psico-fisico dell’individuo fin dai primi anni di vita. Per entrambe queste
motivazioni mi piacerebbe occuparmi di insegnare e tramandare la lotta,
portando ad Imola, la mia città, il progetto sportivo e sociale della Polizia
di Stato che prevede la realizzazione di centri sportivi dove educare allo
sport i giovani e tenerli così lontani dai guai. Io ho proposto un progetto per
un centro sportivo dedicato alla lotta greco romana”.
Un progetto che deve stare ai tempi burocratici del corpo e
della federazione, ma che personalmente ha iniziato con una serie di lezioni
quale atleta delle Fiamme Oro, a cavallo fra aprile e maggio, presso la Fondazione Santa
Caterina all’interno del servizio educativo dell’Oratorio che propone attività
di doposcuola e centro estivo.
“In attesa di partire con il vero progetto, già attivo nel
judo a Napoli e a Termini Imerese con i campioni Giuseppe Maddaloni e Salvatore
Rinella, ho preso accordi con il corpo della Polizia di Stato e i vertici di
Santa Caterina per alcune lezioni pomeridiane gratuite per i ragazzi che
frequentano l’oratorio. Una maniera per promuovere tanto la lotta quanto il
progetto in cui credo, quello di offrire un nobile sport per migliorare le
possibilità di vita di tanti”.
A partecipare alle lezioni di Minguzzi sono stati una
ventina di bambini e bambine tra i 6 e i 10 anni: “Come tutti i bambini alle
prese con qualcosa di nuovo e pratico da sperimentare, si sono divertiti e si
sono dimostrati curiosi, insomma, potremmo dire avviamento riuscito. Certo,
quella di Imola non è una realtà difficile come quelle citate, ma anche qui
oggi si può vedere come la crisi economica abbia colpito numerose famiglie, che
non possono permettersi i costi di far seguire uno sport ai propri figli. Il
mio obiettivo, con il progetto del gruppo Sportivo Fiamme Oro di cui faccio
parte, è quello di rendere il mio sport, la lotta, alla portata di tutti, anche
alla fasce di reddito più basse, e con un approccio professionale”.
L’atleta c’è, ora la parola passa alle Fiamme Oro. “Si
tratterebbe di un progetto che in alcuna maniera urterebbe il lavoro delle
vicine società esistenti a Imola e a Faenza, che è giusto che continuino a
lavorare come fanno da anni. Il mio progetto sarebbe semplicemente
un’opportunità in più per chi non può permettersi una disciplina sportiva con
retta mensile e per la crescita della disciplina stessa”.
Ufficio Stampa Usil
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