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lunedì 17 agosto 2015

MERCATO: Andrea Balducci dell'Imolese Calcio 1919: "L'infortunio non ci voleva ma tornerò in campo"

Imola, 11 agosto 2015 -  'Nessuno è invincibile. Vince chi non molla: e io non mollo'. La stoffa dell'ultimo si vede nelle situazioni più difficili e ANDREA BALDUCCI dimostra di averne da vendere. Il giocatore ravennate classe '92 è ufficialmente rossoblu, anche se il suo debutto in campo è rimandato a data da destinarsi. 'Balducci è un ottimo elemento, che potrebbe emergere nel panorama regionale. Ha una buona capacità di tiro, è forte fisicamente e, soprattutto, ha una presenza in campo non comune per la sua età. Il suo recente infortunio al ginocchio è stato un fulmine a ciel sereno e siamo dovuti correre ai ripari apportando alcuni aggiustamenti nella rosa. La conclusione positiva della trattativa con Giagnorio, che ha confermato la sua permanenza in squadra, ci ha rassicurato. E' tutt'altro che semplice sostituire uno come Balducci, ma, da ragazzo 'tosto' qual è, ho piena fiducia in un suo recupero in tempi utili.'  
Andrea Balducci e Gianluca Matera
Inevitabile porti la domanda: come stai vivendo questo momento?
'Non bene. L'infortunio non ci voleva proprio, poichè tarderò l'inizio della preparazione. So che ci vorrà tempo, ma che sia un giorno, un mese o un anno, io tornerò in campo. Farò tutto il necessario per tornare in forma e per riconquistare il posto in squadra. Sarò la mia sfida personale, la più importante. Quando si finisce in panchina, ci si rimbocca le maniche e si suda il triplo per riavere il posto da titolare.'
Chi ti ha visto in campo sa quanto tu sia coriaceo e 'decisionista': un leader, come si addice a un ultimo.
'Credo che quello di ultimo sia il ruolo che meglio mi calza: so tenere il confronto con gli avversari e mi piace avere la visione completa del gioco, per poi decidere il da farsi. L'ultimo è il fulcro della squadra, colui che imbastisce l'azione offensiva e che, al tempo stesso, costituisce l'estremo baluardo difensivo. E' anche l'elemento che deve tenere le fila del gruppo, richiamando all'ordine i compagni quando necessario. Questo non significa che io mi senta un leader: sono solo uno che non molla e che non si tira indietro, mai'.
Dati alla mano, sono innegabili le tue velleità offensive.
'Quando c'è l'occasione, sono il primo a propormi in attacco. Fare goal, però, non è la mia priorità. A me interessa il bene della squadra, che consiste nel creare un'azione utile. Se poi sono io a segnare, ben venga, ma poco importa.'
Passando in rassegna il tuo curriculum, quale pensi sia stata l'esperienza più formativa? Quella, insomma, che ti ha fatto capire che giocatore vuoi essere.
Ho cominciato nello Sporty Ravenna e lì sono rimasto per quattro anni, prima di passare, lo scorso anno, alla Young Line. A Ravenna sono cresciuto, ma l'esperienza che più mi ha segnato è stata l'essere capitano nella Rappresentativa di Carobbi. Lì ho capito di voler fare seriamente questo sport e di voler essere considerato importante dalla squadra e dal mister. Vorrei guadagnarmi la fiducia dei compagni ed essere per loro un punto di riferimento: devono sentirsi sicuri in campo, perchè lì dietro ci sono io che li 'proteggo'. Ecco chi vorrei essere.'
In tanti anni allo Sporty Ravenna non hai ricevuto altre offerte?
'Sì, ma non le ho accettate. Io non cerco nè soldi nè gloria: ho bisogno di avere attorno un ambiente sereno e, prima di tutto, gli amici. E' il mio punto debole: amo questo sport, ma non è un bene primario. Ad esempio non potrei mai rinunciare ad allenare i Pulcini del Russi, cosa che adoro.'
Non ci sarà bisogno di scegliere, perchè quest'anno avrai al tuo fianco due amici di sempre, quali Gallamini e Masetti. 
'Ne sono felicissimo. Conosco già anche gli altri ragazzi ed è evidente la cura che è stata messa nella scelta delle persone. Sono tutti ragazzi seri, professionali, alla mano e simpatici. E poi c'è mister Carobbi: è un onore averlo in panchina. Lui è uno che non 'te la racconta': concetti chiari,da mettere in pratica subito e bene. L'intensità dei suoi allenamenti è ciò che può fare la differenza in questa categoria.'
Fondamentale è la coesione della squadra: quali sono gli ingredienti di un gruppo unito?
'Servono rispetto, educazione, fiducia e stima reciproca. Si può essere esuberanti o pacati (come sono io), ma ciò che conta è cercare di stare bene insieme'.

Uniti, nell'attesa dell''ultimo'.

Stefania Avoni
Ufficio Stampa Imolese Calcio 1919

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