Luca Ruggiu |
Oggi conosciamo Luca Ruggiu, giocatore del Cagliari Futsal,
squadra inserita nel girone A del campionato di A2. Luca è cagliaritano doc,
il prossimo 7 novembre compirà 24 anni ed è pure studente universitario nella
università della sua città.
Come tutti sapete sabato 5 ottobre ripartiranno i campionati
nazionali di calcio a 5, il Cagliari andrà in trasferta a Lecco, poi giocherà
il derby in casa e nella terza giornata verrà a far visita alla neopromossa
Forlì al palazzetto di Meldola. Per due stagioni consecutive il Cagliari ha
centrato l’obiettivo playoff per poter sognare l’agognata promozione, ma nelle
due finali non hanno avuto la meglio, anzi nell’ultima partita finale giocata a
maggio addirittura ai tempi supplementari hanno dovuto arrendersi alla superiorità
del Napoli Futsal. La delusione è stata tanta, ma ora si deve pensare al
futuro.
Come
e a quando risale il tuo primo approccio nel mondo del calcio a 5 e come mai lo
hai privilegiato rispetto al diffusissimo e più immediato calcio a 11?
"Il primo approccio l'ho avuto quando
avevo 17 anni. Dopo il mio primo campionato in una squadra di calcio a 11 è
venuto meno il divertimento e la passione che avevo sempre avuto, troppi
aspetti e avvenimenti negativi che mi hanno portato a cambiare. Andai a vedere
una partita al palazzetto nel periodo di marzo dove giocavano degli amici, ed
era una partita tra i due settori giovanili migliori del calcio a 5 in Sardegna
in quegli anni, Cagliari c5 e Basilea c5, e mi stupì incredibilmente il fatto
che ci fosse il palazzetto strapieno per una partita di under 18, poi ho capito
il perché: era uno spettacolo incredibile, sport divertentissimo e molto
spettacolare. Da lì è iniziata questa passione".
E’
risaputo che in moltissime squadre di futsal italiane sono presenti parecchi
giocatori stranieri, brasiliani e argentini in particolare spesso
naturalizzati. Pensi che voi italiani siate leggermente limitati nel mercato o
nei contratti da questa situazione o credi che se qualcuno ha talento riesce ad
emergere sicuramente?
Luca Ruggiu in azione |
Sebbene
tu sia giovanissimo, sei riuscito già a coronare ripetute volte il sogno di
giocare con la maglia azzurra della Nazionale Italiana Futsal. Com’è il clima
che si respira in queste particolari occasioni e cosa ti ha lasciato questa
esperienza così ad alto impatto emotivo?
"E’ molto difficile descrivere ciò che si prova, anzi credo
sia impossibile. Subito dal primo momento in cui ti consegnano il materiale con
cucito il tricolore si capisce quanto sia emozionante e particolare la
situazione. Sono esperienze che una persona si porterà sempre nel cuore e sono
uno stimolo a fare sempre meglio nelle squadre di club per far sì che ci siano
altre convocazioni. I giocatori e lo staff sono persone incredibili, con un’
umiltà e una serietà fuori dal comune che rende tutto l'ambiente perfetto. Un
sogno".Nonostante risultati eccellenti durante il campionato non siete ancora riusciti a centrare l’obiettivo promozione dimostrando ai play off minore lucidità rispetto agli avversari. Secondo te potrebbe essere una concausa il fatto che voi, come entità territoriale, siete oggettivamente costretti ad affrontare trasferte impegnative in aerei praticamente due volte al mese, con un dispendio maggiore di energie rispetto a chi gioca e si sposta nel continente?
"Ovviamente per noi sarebbe bello avere più squadre della Sardegna nel nostro campionato e anzi quest’anno siamo già due e ne siamo ben contenti. Sicuramente concordo che queste lunghe e impegnative trasferte alla lunga possano togliere alcune energie al gioco in partita, del resto però partire un giorno prima dà comunque la possibilità di una maggiore concentrazione a tutta la squadra. Per noi è come essere in ritiro, siamo sottoposti a minori distrazioni a differenza di chi arriva direttamente al palazzetto due ore prima del fischio d’inizio. Siamo inoltre secondo me più fortunati rispetto alle altre squadre perché arriviamo alla prima giornata di campionato con una preparazione da privilegiati effettuata sulla spiaggia con la vista del nostro bellissimo mare".
A
proposito parliamo infine della tua amata isola. De Andrè affermò questa
splendida frase “La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa
augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste
immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io
consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso. » Che ne pensi tu che ci sei
nato e ci vivi?
"Penso
che se lo dice qualcuno che non è sardo di origini sia proprio vero! Noi sardi
siamo tutti così, quando siamo qui critichiamo di continuo un po’ tutto della
nostra regione, in effetti abbiamo realmente parecchi problemi, soprattutto legati
alla disorganizzazione in tanti e svariati settori, ma poi se ci allontaniamo
non vediamo l’ora di ritornare perché ci manca troppo la nostra terra. Chi
viene qui si innamora del territorio, dell’ospitalità e dell’accoglienza che
noi riserviamo a chiunque indistintamente venga a farci visita. Un esempio di
come si viva bene qui da noi è il calciatore Gigi Riva che negli anni ’60 venne
venduto alla squadra del Cagliari; all’inizio quasi si oppose al trasferimento,
ma poi una volto arrivato qua si ricredette, a tal punto che non è più
ripartito per scelta personale e tutt’ora vive qui a Cagliari da più di una
cinquantina d’anni".
In bocca al lupo Luca! Ti diamo appuntamento a Forlì e a
fine partita vedremo se si festeggerà col Cannonau o col “nostro” Sangiovese di
Romagna!! A presto!!
Maria Paola Alvisi
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